LAVORI DI CONSOLIDAMENTO E RESTAURO DELL'EX CARCERE BORBONICO IN AVELLINO

L'ex carcere Borbonico, attualmente sede distaccata della Soprintendenza ai B.A.A.A.S. di Salerno e Avellino, rappresenta per la città di Avellino un monumento alquanto singolare e discusso. Le mura che circondano i cinque bracci del Carcere borbonico sono state per diverso tempo al centro dell'interesse dei vari enti istituzionali. Esse hanno rappresentato una sorta di barriera, che per oltre due secoli ha isolato la cittadella carceraria dal resto della città. Il carcere, sin dalla sua costruzione, ha fatto molto parlare di sè. La teoria del filosofo Jeremy Bentham, "pochi uomini in pochi punti di osservazione per controllare tante persone", fu applicata sapientemente dall'Ingegnere Giuliano de Fazio, ultimo progettista ed esecutore dell'opera. A rendere più sicuro il carcere, sempre nel 1839, si scavò il grande fossato e l'Ingegnere Massari gettò un ponte levatoio che collega il carcere con l'esterno, oltre il muro di cinta. Questi precedenti chiariscono quindi il rapporto di unicità e complementarità che lega il carcere panottico al muro di cinta. E' in tale contesto culturale e politico che la società COEDIL SUD ha operato nel 1988, stabilendo un proficuo rapporto di sinergia con l'ente appaltante.

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